RAFFICA DI ESPOSTI CONTRO IL DEGRADO
Cantiere fantasma e incassi d'oro- Comitato e municipalità si rivolgono a Comune e Curia Il comitato: «Verificare l'andamento dei lavori»
NAPOLI - Quatto maxiposter pubblicitari che cambiano in continuazione. Quelli più grandi guardano via Marina e via Colombo e fanno incassare alla ditta che gestisce gli spazi 40 e 50 mila euro al mese. Per le altre due facciate della chiesa di Portosalvo, un po' più piccole, gli introiti sono di 25 e 15 mila euro al mese. Cifre messe nero su bianco sull'accordo con cui la Impredcost assicurava il Comune di Napoli, la Curia e la Soprintendenza, che avrebbe garantito il restauro dell'antica chiesa dei marinai in cambio degli spazi pubblicitari.
Il cantiere è stato aperto nell'ottobre del 2010, e da allora, almeno all'esterno, il restauro quasi non si vede. Tanto che il «Comitato Civico di Santa Maria di Portosalvo», promotore della riapertura e delle varie fasi di restyling del gioiello abbandonato al degrado, ha deciso di vederci chiaro. Sui tubolari del cantiere campeggiano anche gli striscioni del Forum delle Cult
ure del 2013; non sarebbe certo un buon biglietto da visita per il Comune ritrovarsi con un'opera mai finita e «spremuta» da altri per tre anni. Una vicenda che fu già denunciata nel dicembre del 2010.
In quell'occasione l'amministratore unico della Grandi Progetti (nuovo nome della Impredcost) spiegò in una lettera di replica a un articolo del Corrmez, che «i lavori sono arrivati al 40%» e che «per quanto riguarda la striscia che pubblicizza il Forum delle Culture preciso che si tratta di un omaggio al Comune».
Ora, dopo undici mesi, la situazione non è cambiata di molto. L'unica differenza è che la Grandi Progetti ha incassato un milione e centomila euro di pubblicità. «A questo punto - annuncia Antonio Pariante, presidente del Comitato Portosalvo - abbiamo sollecitato in più occasioni l'intervento della, Curia, della Sovrintendenza, del Comune e della Municipalità.
E' il caso che si facciano ispezioni nel cantiere fantasma». Anche il consigliere Pino de Stasio e il presidente della II Municipalità, Francesco Chirico, presenteranno una richiesta urgente di controllo al sindaco de Magistris. L'accordo scade nel luglio 2012.
Come andrà a finire? Speriamo bene per la chiesa. Sappiamo però come è andata a finire in altre due occasioni. A Bologna, nell'ottobre del 2010, si è tirato un sospiro di sollievo quando l'appalto per il restauro del Nettuno venne revocato alla Impredcost dopo tre anni di polemiche. A Ischia, quando nel gennaio 2010, i cartelloni pubblicitari della Impredcost, furono tolti dal Cristo Redentore del porto, i cittadini non ne ammirarono il restauro ma ne constatarono il degrado. Il sindaco Giosi Ferrandino revocò l'appalto e avviò le vie legali per chiedere il risarcimento danni alla ditta. «L'unica funzione delle impalcature montate - spiegò il primo cittadino - è stata quella di montare i cartelloni pubblicitari. Il restauro promesso non è mai iniziato».
Vincenzo Esposito
18 novembre 2011
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